(1) Commentimercoledì 5 ottobre 2011
Grazie alla disponibilità di un gruppo di amici e
volontari, anche quest'anno il Piccolo Rifugio di
Roma ha organizzato una gita fuori città. Superando
le difficoltà legate alle loro disabilità, tutte le
ospiti della casa sono state coinvolte. Tanto che per un giorno,
l'unico giorno dell'anno, il Piccolo Rifugio è stato chiuso.
Meta dell'uscita di giovedì 29 settembre
è stato il santuario della Madre delle Grazie della
Mentorella (nella foto piccola) a Gerano, sui monti
del Lazio. Un luogo specialmente caro a Giovanni Paolo II, che qui
si fermò in meditazione pochi giorni prima del conclave che
lo fece papa, e qui tornò anche in seguito.
Trovate qui sotto le foto dell'uscita e, più in basso, la
cronaca scritta dal volontario del Piccolo Rifugio, e valido
autista del nostro pulmino, Antonio Gargiulo.
"Ringrazio di cuore Giulia - dice
Luigina Tonon a nome di tutto il Piccolo Rifugio
di Roma - per averci offerto una giornata meravigliosa;
Bruno, il fratello, per aver organizzato e per
averci lasciato un'offerta generosa; Marina,
moglie di Bruno, per i regali a ciascuno; Antonio,
medico nefrologo, amico di vecchia data e di fede.
Ci aiuti Mamma Lucia a essere fedeli a camminare sulla
strada dell'amore".
Anche quest'anno noi del Piccolo Rifugio di Roma abbiamo avuto
il piacere e la gioia di partecipare alla gita organizzata dai
nostri amici romani Bruno, Marina e Giulia, i
quali ancora una volta ci hanno testimoniato la
carità che ci ha insegnato Mamma Lucia e la
fecondità del suo carisma, che, grazie all'opera di Luigina,
non smette mai dopo tanti decenni di affascinare e di contagiare
tutte le persone che si acccostano alla nostra realtà.
All'alba di una splendida giornata di fine settembre siamo
partiti con il pulmino del Piccolo Rifugio e due macchine con
destinazione Santuario della Mentorella.
Eravamo in diciotto e per l'occasione siamo
riusciti a portare tutti ma proprio tutti, tanto da
chiudere la casa per l'intera giornata, cosa che
non avviene mai durante l'anno.
UN PO' DI STORIA
Quello della Mentorella è un santuario molto antico
situato tra le montagne ad una altezza di 1200 metri, nei pressi di
Palestrina in provincia di Roma, intorno al quale
la fantasia popolare ha creato varie leggende.
La più antica è quella che fa risalire il luogo
alla meravigliosa conversione del martire S.
Eustachio. Eustachio, prima di divenire santo, era un
ufficiale pagano dell'esercito romano durante l'impero di Traiano.
Il soldato, il cui nome era Placido, durante una battuta di caccia
sui monti prenistini avvistò un cervo, lo inseguì su
per le rupi dove non c'era possibilità di salvezza, ma
mentre Placido stava per uccidere l'animale, ecco che apparve tra
le corna del cervo Gesù in persona avvolto da una luce
abbagliante. Fortemente impressionato dall'evento, tornato a Roma
l'ufficiale, assieme a tutta la sua famiglia, si convertì al
cristianesimo ricevendo il battesimo.
Ma ben presto Placido, che prese il nome di Eustachio, insieme
ai suoi familiari venne perseguitato, fatto prigioniero, gettato
nel circo e martirizzato. Oggi una cappella eretta sulla
sommità della rupe ricorda il luogo dell'apparizione.
La chiesa che fu edificata sul posto era inizialmente dedicata a
questo santo e solo in seguito il suo culto fu sostituito da quello
per la Madonna delle Grazie della Mentorella. Si
dice che sia stato Costantino, il primo imperatore cristiano, a far
costruire un tempio su quei monti.
Si narra anche che nei secoli successivi S.
Benedetto trovò una grotta vicino a quella
chiesetta e vi si fermò per quasi due anni, prima di passare
a Subiaco e poi a Cassino.
Da allora tanti sono stati gli eventi e le vicende che si sono
susseguite nel tempo, tanto che la chiesa caddè anche in
rovina e rimase abbandonata fino al 1664 quando rifiorì ad
opera dei Gesuiti.
Dal 1857 il santuario fu affidato ai Padri della
Risurrezione e dal 1977 passò alle dirette
dipendenze della provincia Polacca della stessa congregazione. I
Padri Risurrezionisti vi si stabilirono con una piccola
comunità tuttora presente e ridettero vita al luogo.
Chi vi giunge vi trova solitudine e silenzio. Oggi, vista la
collocazione tra le splendide montagne, è meta anche di
parecchi escursionisti.
IL BEATO GIOVANNI PAOLO II E LA MENTORELLA
Il santuario della Mentorella dedicato oggi alla Madonna delle
Grazie in questi ultimi decenni ha ricevuto un nuovo impulso di
devozione dopo la visita di Papa Giovanni Paolo Il il 29 ottobre
1978 in occasione della prima uscita ufficiale dopo la sua elezione
avvenuta il 17 dello stesso mese.
Il papa polacco prima di entrare in conclave era stato per
alcuni giorni in meditazione proprio nel santuario, e volle
tornarvi per ringraziare la Madonna della Mentorella. Si racconta
che in quei giorni un contadino del luogo diede un passaggio sul
suo trattore ad un prete polacco per alleviarne la stanchezza e
dopo qualche giorno lo ritrovò con grande stupore in
televisione eletto Papa.
Tre erano le cose che legavano il Papa alla Mentorella: per
primo la devozione alla Madonna, la Madre di Dio e
della Chiesa, l'amicizia per i padri polacchi datata da parecchi
anni e l'amore per la montagna. "Ho desiderato venire qui, tra
queste montagne - disse durante la celebrazione della Messa - per
cantare dietro le orme di Maria il mio Magnificat... Questo luogo
mi ha aiutato molto a pregare. E perciò anche oggi ho
desiderato venire qui. La preghiera, che in vari modi esprime il
rapporto dell'uomo con Dio vivo, è anche il primo compito e
quasi il primo annuncio del Papa". A questa visita ufficiale ne
seguirono altre sei in forma privata, l'ultima delle quali nel 2000
quando il Papa era già parecchio provato nella salute.
Nel 2005 anche Benedetto XVI ha voluto compiere
un pellegrinaggio privato al santuario dove ha celebrato una messa
in onore della Madonna delle Grazie. Da allora il santuario
è meta continua di pellegrinaggi di devoti.
LA GITA
In questa splendida cornice storica e paesaggistica ha avuto
luogo la nostra gita-pellegrinaggio. Già lungo la strada per
la montagna siamo stati accolti festosamente da cavalli, mucche e
pecore che comodamente e disivoltamente attraversavano la strada
davanti alle nostre macchine.
Appena arrivati al santuario siamo stati accolti dai tre Padri
Resurrezioinisti polacchi che custodiscono il santuario e che per
una coincidenza quanto mai strana, come ci hanno raccontato, si
chiamano tutti e tre Adamo.
Abbiamo avuto così la gioia di partecipare alla santa
Messa celebrata dal primo Adamo ai piedi della Madonna delle Grazie
a cui è attualmente dedicato il santuario.
Al termine della messa il secondo Adamo ci ha raccontato un
pò la storia del santuario insieme a Silvia, la guida
turistica. Abbiamo quindi potuto visitare i luoghi storici del
santuario come la grotta di S. Benedetto a cui si
accede solo attraverso una piccola spaccatura nella roccia e dove
il Santo pregava e meditava tra il silenzio delle montagne. Poi
attraverso la 'scala santa' fatta costruire al tempo dei Gesuiti,
si accede ad un livello ancora superiore della montagna dove
è custodito l'altare dedicato alla conversione di Placido
divenuto poi S. Eustachio, luogo dove è ricordata
l'apparizione di Gesù tra le corna del cervo.
Qui, nel punto più alto, è collocato un campanile
che fa risuonare il suono delle sue campane su tutta la vallata ed
è caratteristico che ogni visitatore può tirare la
corda e far suonare le campane. Ma attenzione c'è un
epigrafe che recita così: "Non far da campanaro se
il cuor tuo non batte da cristiano" e dunque tirare quella
corda e far risuonare le campane non è solo un gioco ma
divena anche un impegno per la vita... quel giorno ognuno di noi ha
tirato quella corda e la vallata è stata riempita dal suono
in festa delle campane.
Dopo l'intensa mattinata di preghiera ed emozioni non poteva
mancare il momento conviviale, per cui abbiamo raggiunto un
bellissimo agriturismo sempre in mezzo al verde dei monti
prenestini dove abbiamo condiviso in allegria un lauto pranzo, un
vero banchetto matrimoniale, offerto dalla nostra nuova
amica Giulia.
Il pranzo è terminato con una bella sorpresa, la
consegna di un regalo per ciascuno dei
partecipanti. Anche il momento dello scarto dei regali
è stato molto divertente; sembrava di essere a Natale e
tutti ci scambiavamo gli auguri... in fondo può
essere Natale sempre e ovunque c'è amore e
comunione.
Ma la giornata non è mica finita... dopo pranzo siamo
ripartiti alla volta di Palestrina per visitare
l'antico museo di questa antica metropoli, che risale addirittura
al tempo dei pagani, quando in quel luogo si venerava la Dea
Fortuna, dea della fecondità e della prosperità, di
cui rimangono i resti di una bellisima statua di bronzo insieme a
tanti altri reperti archeologici che abbiamo potuto ammmirare.
Siamo tornati a Roma sazi di belle cose e soprattutto
più ricchi di una amicizia che ci lega da
anni e che si rinnova sempre nel tempo e che speriamo
porti ancora tanti frutti e sia sempre più feconda, a
servizio di tanti amici che ancora oggi si accostano al Piccolo
Rifugio assetati di cose belle e vere, assetati di Dio, ma di
un Dio semplice che profuma della santità di Mamma
Lucia.
Mi sono venute in mente le parole di Geremia
che dice: "Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i
sentieri del passato, dove sta la strada buona e prendetela,
così troverete pace per le anime vostre" (Ger6,16a). E' il
nostro augurio per tutti voi amici che ci leggete. Un grazie
particolare sento il dovere di rivolgerlo insieme a Luigina alla
signora Giulia che ha reso possibile con la sua generosità
la realizzazione di questa giornata.
Antonio
IL SANTUARIO DELLA MENTORELLA
