(0) Commentigiovedì 20 dicembre 2012
Riceviamo da Valerio Rasi, un amico del Piccolo Rifugio di
Roma, questo ricordo di Caterina Tassone, scomparsa il 6 dicembre scorso.
"Per i santi che sono sulla terra uomini nobili
è tutto il mio amore..."
Lei è stata una stella di luce nella chiesa e nel piccolo
e grande mondo delle sue amicizie. Tanto aspra per lei la croce,
quanto dolcissimo il sorriso e i gli occhi suoi che con tanta
pazienza la portavano.
Una grandissima maestra di umanità e di
spirito. Si, tanto piccola e semplice Rina nel regalarsi
al Signore, quanto straripante di Cristo vivo.
Lo ammetto: sarei bugiardo, se negassi un certo mio debole per la
sua persona sin dai primi momenti della nostra conoscenza al
Piccolo Rifugio di Roma quando più di un anno fa un caro
amico che lì dentro ci è praticamente cresciuto mi ci
ha portato.
Quanti battibecchi insieme con le altre sorelle di fronte alle
1000 sue fissazioni riguardanti, ora le ruote della carrozzina che
d'improvviso, a detta sua, sentiva svitarsi, ora il cuscino sullo
schienale della carrozzina che secondo lei non era mai messo bene!
Per non parlare della meticolosità con cui voleva che
scrivessi i suoi numeri sulla sua nuova agenda; un passetto al
giorno e poi quando, e solo quando voleva lei, la "suocera
comanducci" - questo il nome con cui la appellavamo - si doveva
smettere e riporre tutto in ordine rispettando ovviamente le decine
di meandri e tasche che la sua borsa-magazzino conteneva, pena
l'estrarre tutto fuori e iniziare nuovamente l'immagazzinamento
delle cianfrusaglie.
E ancora la sua furbizia, con cui tirandomi a sé si
faceva portare in un angolo lontano del giardino per stare insieme
soli sotto al sole di primavera.
Così come a Roma ci era vissuta per più di 50 anni,
così nell'atto dell'estremo saluto è voluta
tornarci.
Quante volte, anche grazie a Lei, il Signore mi ha
ripreso dalle nubi nere chiamandomi a dare un po' di me in questa
piccola Oasi di Dio!
Si era trasferita al Piccolo Rifugio di Ferentino a settembre
2012 dopo aver avvertito, come da sua consuetudine, più e
più volte con estremo anticipo tutti i suoi amici compresi
quelli dell'Unitalsi nella quale era molto conosciuta e con la
quale innumerevoli volte aveva visitato l'Immacolata a Lourdes.
Stavamo pianificando una scampagnata per andarla a trovare in
Ciociaria, ma non abbiamo fatto in tempo a rivederla di nuovo.
Grazie Rina per la tua grande lezione: in te la Vita ha deciso
di prendere posto perché tu stessa gli hai aperto la porta;
davanti a te si sarebbero commossi potenti e re se ti
avessero conosciuta, e ognuno di noi avrebbe volentieri
dimenticato certe paturnie per affari da 4 soldi che sovente
reclamano attenzioni nella nostra anima facendoci dimenticare
l'Amore; grazie, sorella, perché dal tuo trono, anzi dalla
tua nuova "Ferrari a rotelle", mi hai regalato con quelle manine
tue le carezze più dolci che nessuna mano
paterna o materna tra le più sane mi abbia mai
regalato.
Grazie per questa luce immensa di santità che da te
e dalle tue sorelle illumina la vita di chi veniva e viene
quassù al Rifugio. Ora una cosa è
certà:
"Non abbandonerai [Signore] la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che i tuoi santi vedano la
corruzione"