(0) Commentisabato 31 marzo 2018
Proponiamo una riflessione pasquale di don Antonio Guidolin
tratta dal numero di Pasqua de L'Amore Vince.
Il prossimo incontro di spiritualità con don
Antonio Guidolin sul tema "Nella tua messa, la nostra
messa - Vivere l'Eucaristia con Lucia Schiavinato" sarà
sabato 28 aprile alle 9.45 nella cappella
del Piccolo Rifugio di San Donà, sul tema "Dalla
tua bontà abbiamo ricevuto questo pane e questo vino - La
vita è gratitudine".
Con Lucia nel Getsemani
Solo uniti alla sofferenza di Cristo sapremo raggiungere il
cuore delle sofferenze dell'umanità, per scorgervi i semi
della risurrezione
In una cella del convento domenicano di San Marco a Firenze, il
beato Angelico affrescò la scena di Gesù al Getsemani
in un modo inconsueto. Da una parte dipinse Gesù in
preghiera con i discepoli che dormono, mentre nell'altra parte
ritrasse una spaccato della casa di Betania dove Marta e Maria
vegliavano in preghiera.

Solo l'intuizione di un pittore santo poteva immaginare una tale
scena. Per il beato Angelico, la solitudine di Gesù
nell'orto degli ulivi non fu totale, perché delle donne
amiche lo sostenevano pregando.
Fu sempre delle donne l'unica presenza ai piedi della croce.
Il filo rosso di questa fedeltà femminile nel tempo della
passione del Signore non ha mai cessato di dipanarsi nel corso
della storia della fede cristiana.
LA MEDITAZIONE SULLA PASSIONE DI CRISTO
Sono innumerevoli le donne che hanno accompagnato Gesù
nella discesa agli inferi della sofferenza e della morte fino
all'estremo abbandono. Come non ricordare le tante storie di donne
segnate indelebilmente nel corpo o nello spirito dalle ferite della
passione di Cristo: da Rita da Cascia, a Caterina da Siena fino ad
Alexandrina da Costa, Marta Robin, Edith Stein.
Anche Lucia Schiavinato è dentro questa storia di
solidarietà con il dolore di Cristo.
La sua è stata una profonda esperienza spirituale che
sapeva contagiare quanti avevano modo conoscerla nella vita di
fede.
Racconta un testimone: "Quando io e i mie compagni ci stavamo
preparando alla Comunione solenne, che si faceva allora verso i
10-11 anni, mi è rimasta scolpita nella memoria una
meditazione della Serva di Dio sulla Passione del Signore, fatta
tenendo in mano il grande Crocifisso abitualmente appeso alla
parete della chiesa. Parlava con un fervore tale da stupirci
positivamente, tant'è che a distanza di anni ancora conservo
un ricordo vivo delle sue parole. Dopo qualche tempo, in occasione
di una missione al popolo, ascoltai un missionario che predicava.
Non faceva presa sui presenti e mi venne spontaneo il riferimento
alla Serva di Dio. Ho pensato: ma guarda, il sacerdote non è
capace di fare una predica sulla Passione così bene come
invece l'ho sentita fare dalla signorina Lucia Schiavinato".
OGNI NOTTE VEGLIAVA E PREGAVA
Può predicare bene solo chi per primo è afferrato
dall'annuncio che è chiamato a fare.
Lucia poteva, infatti, trasmettere per contagio la passione
d'amore del Signore perché il "Vegliate e pregate" rivolto
da Gesù ai suoi discepoli, in lei aveva trovato non
un'accoglienza occasionale, bensì una generosa e fedele
accettazione. Ogni notte Lucia entrava con Gesù nella
solitudine del Getsemani, e con lui vegliava in preghiera come le
sorelle di Betania, secondo l'intuizione del beato Angelico.
IL "TERRIBILE DONO"
Agli inizi di questa esperienza spirituale Lucia scriverà
al suo padre spirituale: "Il terribile dono, se deve diventare la
mia vita e il perché di tutte le mie azioni, venga. In
questo momento mi pare che non mi rifiuterò mai
più".
Il "terribile dono" di vegliare con Gesù nell'orto degli
ulivi si allargherà nell'accettazione del vegliare accanto a
tante solitudini umane e spirituali che incroceranno la strada
della Serva di Dio: ragazze madri, prostitute, lebbrosi...
Poche settimane prima di morire, Lucia ricordava alle sue
Volontarie di "raggiungere in Cristo questi nostri fratelli che
hanno bisogno di essere sostenuti nei loro mali".
Solo uniti al Cristo nella sua sofferenza sapremo raggiungere il
cuore delle sofferenze dell'umanità per scorgervi e
annunciare i semi della resurrezione.
Don Antonio Guidolin