(0) Commentigiovedì 30 gennaio 2020
La Volontaria della Carità Elvira
Pasquali cambiò il suo medico di base. Scelse una
giovane dottoressa.
Così, nel 1984, la dottoressa Marina Perissinotto
cominciò a frequentare il Piccolo Rifugio di San
Donà. Trentacinque anni dopo, non ha smesso. E non
smetterà neppure ora che è andata in pensione,
sostituita dalla dottoressa Maria Redigolo.

In 35 anni, Perissinotto è passata da essere il medico di
Elvira, ad essere il riferimento di Elvira e dell'altra Volontaria
Elena Suardi, ad essere la dottoressa del Piccolo
Rifugio, punto di riferimento per la salute di tutti, o quasi, le
donne e gli uomini con disabilità della casa. Vicina nella
quotidianità, nella tutela della salute, nella prevenzione
delle malattie; ma anche vicina nel momento della prova, della
sofferenza, degli ultimi giorni. In ottima collaborazione con tutti
gli altri operatori.
"Al Piccolo Rifugio - racconta Perissinotto - si è sempre
respirata un'aria diversa rispetto ad altre strutture. Era come
essere in famiglia".
In che modo un medico di medicina generale può
svolgere al meglio il suo servizio con le persone con
disabilità? In cosa il suo lavoro è diverso rispetto
a quando si dedica a persone con disabilità?
"Cambia il metodo di lavoro, cambia il tipo di ascolto verso
il paziente. La persona disabile non sempre comunica direttamente
il proprio disagio".
Allora come fa il medico a capire?
"Bisogna filtrare, a partire da quello che la persona dice, e da
quello che tu osservi"
E' più difficile?
"Richiede competenza professionale e la capacità di
mettersi in ascolto di chi ti sta di fronte".
Come ci si pone rispetto alla disabilità che in quanto
tale non è curabile?
"L'approccio da avere è indipendente dalla
disabilità. Perché non sempre si può curare o
guarire, ma si può sempre cercare di dare sollievo. Non solo
dal punto di vista medico o infermieristico, ma anche dando
sollievo umano, con l'affetto".
In questi 35 anni, ha sviluppato un legame particolarmente
stretto con qualcuna o qualcuno al Piccolo Rifugio?
"All'inizio, Elena ed Elvira facevano da intermediarie con le
ospiti, perché le conoscevano bene. Ma oggi voglio ricordare
tutti allo stesso modo. Ciascuno di loro è unico e
irripetibile. Li ricordo tutti assieme. E devo loro un grande
ringraziamento per l'accoglienza che ho ricevuto".
Un ringraziamento altrettanto grande è
quello che le rivolge il Piccolo Rifugio di San Donà.
"Ci viene in mente, ad esempio, - raccontano dal Piccolo Rifugio -
la sua grande disponibilità durante la malattia della
Volontaria della Carità Maria Elena Vian:
per le impostare la sua terapia e verificare le sue condizioni,era
da noi davvero ogni giorno".