(1) Commentivenerdì 3 luglio 2020
Cosa ha significato la pandemia per le donne e gli uomini
del Piccolo Rifugio?
Quanto dura è stato affrontare gli stravolgimenti
della vita quotidiana portati dalle regole da rispettare per
proteggere la salute di tutti?
Ecco il racconto a cuore aperto di Nicola Mazzer e Sabrina
Zanette, educatori del Piccolo Rifugio di Ponte della Priula,
assieme a Manuel Bastianel e Augusto Tadiotto, ospiti.
Assieme si fanno portavoce dell'intera comunità,
dell'intera...famiglia del Piccolo Rifugio.
Per noi è stato un periodo carico di
tensioni.
Gestire crisi emotive, crisi di ansia, spaesamento e
confusione,aspettative, paura e desideri di sicurezza e ritorno
alla normalità degli ospiti, e al tempo stesso provare
ad impostare interventi educativi mirati al loro benessere
all'interno di un equipe provata non è stato semplice.
Improvvisamente abbiamo ricevuto indicazioni: attivare
l'isolamento, impossibile fare uscite. Abbiamo dovuto dire a quanti
tra i nostri sono più autonomi che non sarebbero più
potuti andare in passeggiata o al bar.

Poi, altre indicazioni, che dovevamo elaborare noi per primi,
per poi tradurle e renderle comprensibili a tutti: stop alle visite
dei famigliari, mantenimento di una certa distanza tra noi,
l'obbligo per tutta l'equipe di utilizzare la mascherina,
raccomandazione quasi ossessiva di lavarsi bene le mani,
rilevazione quotidiana della temperatura... Tutto questo ha un
pochino trasformato la "vita famigliare" che con tanto impegno
cerchiamo ogni giorno di costruire al Piccolo Rifugio.
Per molti ospiti è stato complicato accettare queste
imposizioni. Per qualcuno ogni giorno diventava fonte di
incertezze, con le notizie sui molti morti trasmesse al TG,
l'impossibilità di conoscere la fine di questo virus che non
si può vedere ma tutti dicono che c'è... ed anche,
seppur paia banale, la sospensione del campionato di calcio, che
più di qualcino seguiva con passione.

Al Piccolo Rifugio di Ponte della Priula abbiamo potuto contare
su alcuni lavori che ci hanno tenuti impegnati ed attivi.
Realizzazione delle bomboniere (come vedete nelle foto)
e cura dell'orto ci hanno permesso di vivere con
meno fatica questi mesi di lockdown.
Avere un giardino al Piccolo Rifugio, e quindi poter passare
molto tempo all'aperto, sono una grande fortuna, che abbiamo
sfruttato al massimo. L'orto bellissimo di quest'anno sembra
voler rendercene merito.
Ognuno ha vissuto il lockdown in modo diverso, a tutti il
lockdown ha stravolto la vita: ed è così anche per le
donne e gli uomini del Piccolo Rifugio.
Manuel e Vittorino hanno dovuto interrompere il
loro tirocinio e al momento non si sa quando potranno
riprenderlo. per fortuna da qualche settimana posso andare in
passeggiata e uscire in bici.
Adriano per alcuni giorni subito dopo l'avviso
della presenza del virus e del conseguente isolamento, aveva
paura ad uscire anche in girdino.
Luisa e Serena hanno dovuto interrompere il
loro servizio settimanale di volontariato alla
Croce Rossa e al Centro diurno (Ceod). La loro reazione? Prima,
la sensazione di confusione; subito dopo, il desiderio
di riprendere al più presto.
Allegra è dovuta rimanere a casa dal
Ceod e chiede insistentemente dei suoi amici e
degli operatori che non vede da diversi mesi.
MOLTE COSE CI SONO MANCATE
In generale quello che ci è più mancato è
il contatto coi nostri cari, con i nostri amici.
Ci è mancato di dover rinunciare ad appuntamenti
fondamentali attesi di anno in anno, come il rientro in
famiglia per Pasqua, oppure le feste organizzate dai nostri
amici Volontari X Shelter.
Niente torneo di burraco, in cui di solito accoglievamo al
Piccolo Rifugio decine di giocatori.
Niente Piccolo Rifutbol e Vol.ley x Shelter, i
tradizionali tornei di calcio e beach volley organizzati dai
Volontari X Shelter: questo significa, per le donne e gli uomini
del Piccolo Rifugio, non poter realizzare i trofei per le squadre
vincitrici, non partecipare alle riunioni organizzative, non godere
della compagnia dei nostri amici volontari mentre preparano tutto,
non andare con loro a fare la spesa e i vari acquisti...e poi
soprattutto non potremo vedere le partite.
Non ci saranno i soggiorni estivi, la
tradizionale settimana al mare.
Anche le abituali gite in montagna o al mare dovranno essere
riorganizzate tenendo conto delle nuove regole. E questo
impedirà di soddisfare al meglio le esigenze degli
ospiti. Gli educatori avranno il difficile e doloroso compito di
dover decidere chi potrà partecipare e chi no.
Molte cose ci sono mancate. Abbiamo però imparato a fare
delle videochiamate, scoprendo un nuovo modo di telefonare: ci
siamo visti coi nostri cari e anche con alcuni dei volontari,
condividendo la condizione di stare ognuno nella propria
casa.
Abbiamo videochiamato anche Renato da poco in pensione. ed
anche lo psicologo dell'azienda sanitaria. Si è
attivata una rete di supporto che a Ponte ha funzionato
bene, permettendoci di vivere al meglio un brutto periodo.