(0) Commentimercoledì 4 novembre 2020
Ecco la testimonianza della presidente dell'Istituto
secolare Volontarie della Carità Teresa D'Oria sugli
esercizi spirituali d'Istituto di settembre 2020 a
Vicenza.
Quella degli Esercizi spirituali annuali, in tempi "normali",
è una sosta, generalmente, irrinunciabile. Ci si comincia a
preparare e programmare già dall'anno prima: organizzare
ferie, appuntamenti, incontri, viaggio....perché, si sa,
durante l'anno si corre sempre.
Anche se si riesce a inserire qualche breve pausa di tanto in
tanto, quella degli esercizi fa un gran bene nella nostra vita.
Staccarsi dal proprio ambiente, allontanarsi da ogni occupazione
e/o preoccupazione del nostro quotidiano, magari immersi nella
natura o in qualche luogo particolarmente accogliente, aiuta a fare
silenzio per ritrovarsi "soli" con se stessi e con Dio.
Naturalmente, l'abbondanza della Parola di Dio, i tempi prolungati
da poter dare alla preghiera, concorrono a ritrovare l'equilibrio
nella nostra vita, a mettere ordine nei nostri rapporti con gli
altri, a riaggiustare la nostra scala dei valori.
Esercizi spirituali: tempo benedetto! Tempo di Grazia!
Ma quest'anno? Di silenzio, di solitudine, isolamento, tempo
libero da poter dedicare alla preghiera personale, ne abbiamo avuto
in stragrande abbondanza con il lockdown... Era proprio necessario
ritagliarsi il tempo per gli Esercizi, con la grande voglia
coltivata dentro di noi di riprendere rapporti, relazioni, vita
normale, vita di sempre? Se poi si aggiungono il timore, l'ansia,
l'insicurezza che avevamo accumulato fino all'apertura estiva,
sembrerebbe proprio inopportuno pensare agli Esercizi
spirituali.
E, invece, mettendo da parte tutti i "ma" e i "se", e lasciandosi
guidare dal pensiero che è bene non lasciar cadere alcuna
buona occasione, per non sprecare la Grazia che ci viene offerta,
presa la decisione di partecipare, ci si ritrova a constatare che
veramente gli Esercizi spirituali sono tempo benedetto!
Quest'anno, per il nostro (Volontarie e Associati) corso di
Esercizi, è andata così: il numero dei possibili
partecipanti si prospettava molto ridotto, ma avevamo la promessa
del sacerdote predicatore che avrebbe guidato gli esercizi anche
con due sole persone... e, alla fine, offrendo ad altri la
possibilità di partecipare, ci siamo ritrovati in più
di due, piccolo gruppo, ma vario, ricco per le diverse vocazioni
presenti, e le diverse esperienze di vita. Ritrovarsi, piccola
comunità, a pregare insieme e condividere i vari momenti
della giornata "in presenza" anche se nel rispetto di tutte le
norme prescritte, ha fatto un gran bene.
La Parola di Dio (l'intero capitolo 21 del vangelo di Giovanni),
mediata da don Antonio Guidolin, e l'esperienza di mamma Lucia
durante la 2^ guerra mondiale, ci hanno aiutato a ri-leggere la
drammaticità di questo tempo, a riscoprire i segni di Dio in
questa storia, segni che diventano "provocazione" a maggiore
autenticità di vita cristiana, ad andare più a fondo
nell'essenziale della nostra fede e, ancor più, della nostra
vocazione e, non meno importante, hanno ravvivato in noi la
speranza.
E il ravvivare la speranza ci ricorda che c'è una
resurrezione per tutti e per tutto, perciò anche le
situazioni più drammatiche, come quelle che stiamo vivendo,
possono/devono essere vissute da risorti.
Allora, in questo tempo di incertezze, per cui diventa difficile
programmare, torna ancora più saggio, saper cogliere giorno
per giorno, i doni che Dio vuole offrirci, non rimandando a tempi
migliori, perché il tempo migliore è l'oggi di
Dio.
Teresa D'Oria